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La storia del paese dell’acqua

LA STORIA DEL PAESE DELL’ACQUA 

Prove dell’insediamento umano nella zona risalgono alla preistoria, ma il centro abitato ha una formazione relativamente recente.
La sua genesi è complessa. Dobbiamo distinguere tra il paese del Vivo propriamente detto, che storicamente corrisponde all’Eremo, e la zona a monte che, fino a epoca recente, era separata da questo e che portava il nome di Caselle o Casenuove.
Il primo insediamento monastico, da cui è nato il centro abitato , risale alla prima metà dell ‘ XI secolo.
Attirati dalla natura incontaminata del luogo e dalle fresche acque del torrente, San Romualdo con i suoi seguaci dell’ordine Camaldolese, fondarono il monastero. Varie celle, nella zona denominata Ermicciolo, erano riservate agli eremiti, mentre il monastero era la sede del convento e il centro delle attività religiose e amministrative.
I monaci abitarono la zona fino al 1300, numerosi problemi accellerarono il processo di trasferimento in città. La goccia che fece traboccare il vaso fu l’invasione della Comunità di Castiglione d’Orcia, che nell’anno 1329, per dissidi sui pascoli, assalì il monastero.
I commentari di Papa Pio II, scrissero nel 1492, che l’Eremo era ormai alle rovine: “ le rovine mostrano che qui ci fu un importante cenobio, vi abitarono dei monaci Camaldolesi, ora è dimora di gufi…”
Papa Paolo III cedette i beni del Vivo al Cardinal Farnese, che a sua volta vendette al suo istitutore e consigliere Marcello Cervini, nell’anno 1538, facendo così rinascere il piccolo centro.
Mise in funzione la ferriera, che permise con i guadagni, alla costruzione del palazzo, oltre dare lavoro a molti montanari.
Realizzato da Antonio da Sangallo il Giovane, domina ancora il piccolo borgo eretto sulle rovine del monastero.
La famiglia Cervini continuò nei secoli la sua attività imprenditoriale sfruttando la corrente del fiume, permettendo la nascita della Cartiera, Ramiera, Oliera e un mulino per la farina. Tutte queste attività rimasero in funzione fino alla metà del 1800.
Sempre grazie al fiume riconvertirono la produzione con la costruzione di una segheria, occupando le famiglie del Vivo.
Tutto ciò permise di attirare nella zona un discreto numero di lavoratori.
Così già a partire dal 1600, oltre al popolare centro dell’Eremo, si formarono sicuramente altri nuclei di abitazioni, a monte dello stesso, in mezzo a castagni secolari. La spinta finale fu data dalle riforme Leopoldine alla fine del 1700.
Nel frattempo era nato il centro abitato delle Caselle o Casenuove, nellla zona che ora è chiamata Pian delle Mura, che però si trovava nel Comune di Abbadia SS. Bisogna aspettare il 1867, affinché il centro abitato sorto, entri a far parte del Comune di Castiglione d’Orcia.
Quindi se alla fine del 1800 esistevano ancora due centri abitati, la riunione nello stesso Comune e lo sviluppo demografico ed edilizio del 1900, comportò la riunificazione in un unico paese.
La popolazione aumentò fino al 1951, quando si raggiunse il massimo con quasi 1000 abitanti.
Eccoci così arrivati ai giorni nostri….Il Vivo vi aspetta per poter godere di questi posti ricchi di storia e fascino.

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